La Musica del Movement
La musica della rivoluzione
Il suono duro che affiora qua e la` durante le scorribande del rock, e che in Inghilterra da` luogo al fenomeno deleterio dell’hard-rock, raccoglie anche in America intorno alla fine degli anni ’60 masse consistenti di fanatici. In diversi punti dell’America fioriscono sette per l’adorazione esclusiva dell’elettricita` e della potenza, le due pulsioni primordiali di questo stile.
Musicalmente, la sua derivazione dal blues-rock psichedelico della California e` palese: il gioco consiste in un martellante lavoro di batteria e in un volteggio elegante ma violento della chitarra, con strabuzzi maniacali della voce e un metodico incalzare del basso (il tutto venato in rari casi di un tocco modernista dallo strimpello boogie delle tastiere). D’altronde ad inventare l’”heavy-metal” sono gli Steppenwolf, proprio uno dei tanti complessi di blues-rock psichedelico che battevano la California durante gli anni di fuoco.
Ma il suono “metallico pesante” americano, che negli anni ’70 diventera’ uno dei principali generi di consumo, ha originariamente degli importanti referenti politici. Vide la luce infatti negli ambienti guerriglieri dell’ultra- Sessantotto, in particolare nelle citta` dei disordini studentesco-razziali (l’asse Chicago-Detroit) e della disobbedienza intellettual-teppista di New York.
Pantere, yippies, weathermen
Detroit e` la citta` proletaria per eccellenza, grazie alle sue catene di montaggio automobilistiche. Nel suo seno si sono sviluppati durante gli anni ’60 diversi movimenti di lotta, in una sorta di revival degli storici scioperi dei wobby.
La classe operaia di Detroit, e quella della vicina Chicago, rappresentano anche altri strati sociali, potenzialmente perfino piu` esplosivi: le grandi masse dei disoccupati, le sacche secolari di poverta` degli Appalacchi, i ghetti neri. Le manifestazioni operaie, piu` ancora che i singoli intellettuali della New Left, subiscono una spietata repressione da parte della polizia, com’ e` ovvio trattandosi di zone vitali per l’economia statunitense (si arriva perfino alla connivenza del sindacato con la mafia e con il padronato).
In queste zone la radicalizzazione della New Left trova nuova linfa nella contestazione studentesca, rappresentata dalla “SDS”. Gli attivisti neri si raccolgono attorno alle Black Panther di Bobby Seale, Huey Newton, Angela Davis.
I bianchi invece, molto piu` contraddittori e ambigui, si confederano attorno agli yippies di Abbie Hoffman, Tom Hayden e Jerry Rubin, o attorno alle White Panther di John Sinclair. I primi, nati dopo la marcia sul Pentagono dell’ottobre 1967, eredi dei movimenti pacifisti ma fortemente politicizzati e tutt’altro che pacifisti, predicano un socialismo ottocentesco che renda ricchi i poveri e poveri i ricchi; i secondi sceneggiano la rivoluzione totale e permanente, e rinnegano Trotzky e Mao a favore del Che Guevara. Le tappe dell’escalation del dissenso sono celebri: nell’ottobre del 1967 la marcia sul Pentagono, nell’agosto del 1968 i disordini durante la Convenzione Democratica, il “Mobilitation Day” dell’autunno 1969.
A Chicago invece la pratica rivoluzionaria e` nelle mani di gruppi colti come i Weathermen, emanazione ultras dell’SDS, e conserva precisi connotati sindacali, sociali e ideologici.
In ogni caso il dissenso presenta due elementi tipici di ogni manifestazione della vita pubblica americana: la teatralita` e la violenza. La guerriglia metropolitana di Detroit e Chicago degenera sovente in colorite carnevalesche farse, in act messi su agli angoli delle strade o davanti alle fabbriche, che hanno lo scopo di sensibilizzare la borghesia (gli “square”) e invitare alla rivolta il proletariato. D’altro canto ai radicali si uniscono bande di teppisti che passano volentieri da destra a sinistra e viceversa, bramando unicamente lo scontro con la polizia e lo sfascio ad oltranza.
Pacifisti e Motherfuckers
Di tutto cio` nel resto dell’America giungono soltanto echi sbiaditi. Nel piu` distaccato New England (con epicentro nella citta` universitaria per eccellenza, Boston) il dissenso proviene dai campus e dai circoli artistici, e` piccolo-borghese ed astratto, intellettualoide e in fondo ambiguo, tipico dell’artista emarginato che fatica ad inserirsi nella societa` reale.
A New York proliferano le “street gang”,tipo i famigerati Motherfuckers, espressione dei settori delinquenziali del Lower East Side che, organizzate per “affinity groups” (cellule di poche unita’), terrorizzarono a lungo la Costa Orientale.
La scuola di Detroit
Alla fine degli anni ’60 Detroit era la citta` in cui si concentravano piu` che in ogni altro luogo le laceranti contradizioni della societa` americana. Prima di tutto era la citta` industriale per eccellenza, la sede della grande industria automobilistica. Poi era la citta` dove le “unions” (i sindacati) esercitavano piu` potere. Era anche la citta` del Midwest con la massima popolazione nera. La vicina Ann Arbor era una delle cittadelle universitarie piu` rigogliose dell’epoca. Era una delle citta` in cui sia i neri sia i bianchi avevano ingaggiato una forma di guerriglia metropolitana con la polizia. Era, infine, la citta` in cui la Tamla aveva rivoluzionato la musica per giovani inventando uno stile esuberante e trascinante da ballo, con testi dedicati alla realta` degli adolescenti, che prendeva in egual misura dalla tradizione soul e rock. La musica per i giovani bianchi era in ritardo rispetto a New York (i folksinger del Greenwich Village), alla California (i complessi surf) e alla Gran Bretagna (i complessi della British Invasion). I primi club per teenager bianchi aprirono nella primavera del 1964. I primi complessi trovarono allora una scena: Fugutives, Bossmen, Underdogs, Woolies, Rationals, Up, Amboy Dukes (trasferitisi a Chicago), Unrelated Segments, le Pleasure Seekers (girl group in cui figurava la giovana Suzi Quatro). Presto si arrivo` alla generazione dei Psychedelic Stooges di Iggy Stooge e dei Last Heard di Bob Seger.
Il Movement fu rappresentato principalmente dagli MC5, scaturiti dall’entourage delle White Panthers.
Fra gli arrabbiati si contano comunque anche i piu` depravati Stooges, e Alice Cooper. Da loro avra` origine il filone glam dell’heavy-metal.
Fra i gruppi underground attivi al volgere del decennio, si contano soprattutto i Frost, i 3rd Power, titolari di Believe (Vanguard, 1970), e i Frijid Pink, famosi per la versione psichedelica di House Of The Rising Sun, ma in realta` titolari di un album di blues distorto come Frijid Pink (Parrot, 1970).
Ma il grande successo di pubblico giunge con i campioni dell’heavy metal: i Grand Funk Railroad, la James Gang di Joe Walsh (altro super-chitarrista dei ’70), i Brownsville Station di Smoking In The Boy’s Room (1973), e la prima macho femmina, Suzy Quatro (Can The Can, 1973, e Devil’s Gate Drive, 1974, Stumblin In, 1979), tutti originari dell’Illinois o del Michigan.