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22 Giugno 2021

La musica alternativa

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L’underground inglese

Il fenomeno underground, come tutta la Contestazione, non ebbe grande rilevanza nel Regno Unito. Gli ideali comunitari ed alternativi attecchirono soltanto nell’ambiente artistico, dando vita a metropolitani “arts laboratory”, ma non in quello politico. La vita sotterranea era concepita piu` che altro come un insieme di luoghi di ritrovo per artisti eccentrici, come il Marquee e la Roundhouse. La “societa` alternativa” era limitata ai bollettini di contro-informazione (“International Times”, inaugurata nell’ottobre 1966, “OZ”) e alle cooperative di pubblica utilita` (“BIT”).

La psichedelia inglese

Il movimento psichedelico in Gran Bretagna fu all’inizio ben poca cosa (come nel resto d’Europa, d’altronde). Dagli USA arrivavano immagini quotidiane di raduni hippie e notizie di intellettuali bislacchi, ma per lo piu` l’impatto si limitava alla cronaca mondana. Anche negli anni Settanta, nonostante la rapida ascesa dei Pink Floyd nell’Olimpo psichedelico, il rock psichedelico sarebbe rimasto un fenomeno molto minore in Gran Bretagna (a differenza, per esempio, della Germania, dove divenne il genere rock predominante). Soltanto negli anni ’80 e ’90 il rock psichedelico avrebbe travolto la Gran Bretagna.
Il movimento psichedelico fu comunque importante in Gran Bretagna nel creare le infrastrutture dell’underground. La Gran Bretagna (come il resto d’Europa fino al 1968) si era completamente persa i disordini studenteschi e la controcultura che erano dilagati negli USA dal 1964 in poi. Mentre negli USA quei fenomeni avevano creato l’humus culturale su cui si sarebbe appoggiato l’underground e l’intera scena artistica alternativa, in Gran Bretagna per “underground” si intendeva semplicemente l’insieme dei club minori di Londra dove si esibivano complessi meno commerciali e piu` originali dei Beatles. Mancava del tutto la connotazione di “movimento” e mancavano del tutto le infrastrutture tipiche di un movimento organico.
La connotazione ideologica non sarebbe mai venuta, perche’ la Gran Bretagna sarebbe rimasta un’isola anche nell’oceano dei disordini studenteschi del 1968. Ma la musica psichedelica ebbe l’effetto di creare un movimento musicale, piu` o meno organizzato, che avrebbe favorito l’affermarsi di altri fenomeni.
Come in USA il movimento underground aveva consentito l’affermarsi di gruppi alternativi alla musica commerciale sostenuta dalle grandi case discografiche, cosi` in Gran Bretagna il movimento psichedelico e cio` che ne segui` consenti` l’affermarsi di gruppi alternativi alla musica commerciale dei Beatles.
Se e` innegabile pertanto l’importanza storica del movimento psichedelico per emancipare il rock britannico dalla musica commerciale, e` pero` altrettanto innegabile che artisticamente fu ben poca cosa. Soltanto i Pink Floyd fecero musica degna di stare all’altezza dei classici Americani o anche soltanto di quelli Tedeschi di qualche anno dopo.

La musica underground inglese nacque con la psichedelia. Il carattere naive e dilettantistico dei suoi complessi venne compensato dai “light show”, che trasformarono i concerti in happening di luci e suoni. I veri protagonisti di questi spettacoli furono gli ingegneri (tipo Bruno Contenotte) e gli animatori dei dibattiti sull’acido lisergico. Ad esportare il fenomeno erano stati Joel e Tony Brown, della setta Leary, che nell’estate del 1966 avevano aiutato i Pink Floyd ad allestire uno spettacolo alla London Free School. La novita` divenne moda appena la adottarono anche i complessi beat. A Londra si moltiplicarono i locali psichedelici e di conseguenza i complessi che vi si esibivano, che si prestavano come cavie e fornivano il sottofondo musicale per i trip collettivi. Il disc jockey John Ravenscroft (meglio noto come John “Peel”) comincio` a trasmettere musica alternativa americana durante il suo programma “Perfumed Garden”, lanciato al ritorno da un viaggio in USA.

Il 23 dicembre del 1966 John Hopkins, su suggerimento di Steve Stollman (il proprietario dell’etichetta underground ESP di New York), inauguro` l’UFO Club, un’organizzazione che ogni domenica pomeriggio teneva spettacoli aperti, gli “Spontaneous Underground”, con funzione accessoria di teatro, sala di proiezione e discoteca. Dato il successo incontrato dall’iniziativa, che era ormai diventata il fulcro della vita artistica alternativa di Londra, nell’autunno del 1967 il Club si trasferi` nella piu` capiente Roundhouse, ma venne quasi subito chiuso dalla polizia. Il 29 Aprile dello stesso anno all’Alexander Palace si era tenuto un gigantesco happening multi-media (il “14 Hours Technicolour Dream”) a cui avevano preso parte 40 complessi rock.

I protagonisti dell’epoca erano tantissimi: i Pink Floyd, che furono di gran lunga i piu` grandi e influenti, i Tomorrow, i Creation (che aprirono ufficialmente la moda nel 1966), gli Eyes (che registrarono uno dei primi brani psichedelici, When The Night Falls, uscito nel novembre 1965), i Misunderstood di Tony Hill (I Can Take You To The Sun, 1966), i Purple Gang (Granny Takes A Trip, 1967), Hapshash & The Coloured Coat, i Soft Machine, i Pink Fairies, i Deviants, i John’s Children, gli Art di Supernatural Fairy Tales (Island, 1967), futuri Spooky Tooth, gli Orange Bicycle (un gruppo molto minore, ma da cui ebbe origine uno dei dischi migliori della psichedelia britannica), i Blossom Toes di Brian Godding (futuro collaboratore dei musicisti jazz Mike Westbrook e Keith Tippett), titolari di We Are Ever So Clean (Marmalade, 1967) e If Only For A Moment (Marmalade, 1969), gli Andromeda di Andromeda (RCA, 1969), guidati da John Cann (che poi si unira` agli Atomic Rooster), i Syn di Peter Banks e Chris Squire, futuri Yes, gli Open Mind, autori di uno dei dischi piu` radiosi, Open Mind (1969), gli Arcadium di Breathe Awhile (Middle Earth, 1969), i coraggiosi Rustic Hinge, di cui non venne pubblicato nulla, i Nirvana del classicheggiante Rainbow Chase (1968), e una miriade di nomi dimenticati, bazzicarono i club psichedelici che sorsero sull’onda del successo dell’UFO. (Negli anni ’90 una quantita` impressionante di ristampe per collezionisti in tiratura limitata riportera` alla luce anche i complessi piu` scadenti).Nell’agosto dello stesso anno si tenne a St. Tropez il piu` grande love-in europeo, al quale parteciparono i complessi cardine del sottobosco inglese. Negli anni successivi ci sarebbero stati i festival hippie di Windsor, dell’Isle of Wight (1968), di Glastonbury (1969).Una conseguenza diretta degli show psichedelici fu la tendenza alla teatralita` e all’esibizionismo. Gli spettacoli divennero sempre piu` lambiccati e provocanti, e alcuni complessi vissero piu` sul palcoscenico che in sala di registrazione: i selvaggi Move di Roy Wood (Blackberry Way, 1968), la Bonzo Dod Doo Dah Band, e Arthur Brown.

Il rock del Movement

Il Movement comincio` a produrre musica nel Sessantotto, puntando sulla provocazione verbale e sul terrorismo sonoro. I suoi alfieri furono Mick Farren (il Jerry Rubin/ David Peel inglese) e Edgar Broughton, comunque lontani dagli sproloqui demenziali dei cugini “heavy” d’oltre-oceano, piu` portati ai sabbah eroicomici del music-hall che non agli altrettanto pittoreschi ma piu` feroci comizi di Detroit. D’altronde le tensioni di generazione, di classe e di razza, pur localmente consistenti, non raggiungevano le punte di acrimonia di Berkeley, della “Motor City” e dei ghetti.

Esotismo, elettronica

Quando la moda psichedelica si fu diradata e il Movement si fu dissolto, dell’underground rimasero le ceneri: la ricerca interiore, la meditazione, la curiosita` per l’esotico e l’arcaico. Vennero allora alla ribalta le carovane fantastiche dei Third Ear Band,

dei Quintessence, portavoce di una setta mistica, titolari di In Blissful Company (Island, 1969)Quintessence (1970), Dive Deep (1970), Self (RCA, 1971) e Indweller (1972), degli East of Eden, dei Sam Gopal di Ian “Lemmy Kilmister” Willis, titolari di Escalator (1968), dei Kaleidoscope britannici, guidati dal tastierista Peter Daltrey, titolari di Tangerine Dream(Fontana, 1967), poi mutati in Fairfield Parlour per il lussureggiante From Home To Home(Vertigo, 1970). Fra i tardi esponenti del raga-rock ci furono i Magic Carpet di Alisha Sufit (sitar, guitar, tabla), che debuttarono con Magic Carpet (1972).

Di fatto questi gruppi inventarono la “world music” prima ancora che ne esistesse un mercato.

Trovo` spazio anche la psichedelia futuribile di Hawkwind.

L’underground mise luce i difetti del contemporaneo rock inglese, troppo commerciale e poco creativo. La psichedelia fu un’iniezione di fantasia, e il rock violento un’iniezione di energia: entrambe funsero da ricostituenti per l’anemico figlio del beat (poiche’, nonostante il succedersi dei revival, era pur sempre il beat l’unica vera invenzione del rock inglese fino a quel momento). L’underground fece piazza pulita delle convenzioni canzonettistiche e dell’estetica borghese, e contribui` in modo determinante alla fusione degli stili revivalistici.

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HOUSEATECH // HOUSEATECH - SAME (THE COLLECTION)
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