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22 Giugno 2021

Il folk revival

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Il folk-rock britannico

Un’importante componente del rock inglese e` rappresentata dal patrimonio nazionale di ballate e danze popolari (jig, reel, morris, square). Il revival di questa musica venne indotto da due fenomeni degli anni ’50: il folk revival americano, che stava lanciando sui mercati internazionali gli interpreti del country e del blues, e il blues revival inglese, che stava tirando fuori dai ghetti musicali di periferia i musicisti piu` validi, molti dei quali avevano in repertorio diversa musica folk.

I giovani folk-singer degli anni ’60 subirono percio` tre tipi di contaminazione: quella del blues (a volte anche del jazz) che si suonava nei club, quella degli omologhi d’oltre-oceano, e quella del beat che furoreggiava nelle classifiche. Dalla fusione del folk con il blues e il beat nacque intorno al 1965 una specie di folk-rock anglo-sassone che da un lato godette un periodo di popolarita` (piacevole, orecchiabile, ballabile, facile) e dall’altro venne sfruttato da decine di complessi rock per arricchire e impreziosire il loro sound (dai Pink Floyd ai Led Zeppelin, dai Traffic ai King Crimson). Il folk revival contribui` alla rinascita di una scuola che andava scomparendo, affidata ormai ai pochi vecchi menestrelli sopravvissuti .

I menestrelli

Il folk revival inglese ebbe una fenomenologia alquanto multiforme e comprendente diversi fronti: quello dei cantanti solisti, emuli del Greenwich Movement, quello delle grandi famiglie, accolite fluttuanti di tecnici folk modellate sulla falsariga delle comuni musicali di Frisco, quello dei cantautori intimisti e sperimentali, quello del revival etnico, quello degli esteti alla ricerca di effetti commerciali.

La generazione dei menestrelli ha inizio con Donovan e comprende: Cat Stevens, Nick Drake, John Martyn, Kevin Coyne, gli scozzesi Al Stewart e Ivor Cutler; Terry Reid; Roy Harper; Ralph McTell; il nomade Davy Graham, pioniere di un folk venato di jazz-blues (Anji, 1961); Crispian St Peters, che porto` al successo The Pied Piper (1966); il cantante di strada Mick Softley; la cantante country Mary Hopkins (Those Were The Days, 1968); Negli anni ’70 sara` Richard Thompson a sublimare e riassumere tutte queste esperienze.

Il piu` mediocre, Gilbert O’Sullivan, sara` quello di maggior successo (Alone Again, 1972).

I complessi a carattere comunitario

A guidare il folk revival furono soprattutto le grandi “famiglie” di musicisti folk, spesso corrispondenti a vere e proprie comuni: Pentangle, Fairport Convention, Incredible String Band, Steeleye Span, e la Albion Band, che e` un po’ la “nazionale” del folk britannico, riunita attorno a capitan Ashley Hutchings e arrangiata da sua moglie, Shirley Collins.

Per quanto riguarda i singoli strumentisti, tutti di livello elevatissimo, le star sono i chitarristi John Renbourn, Bert Jansch, Martin Carthy, Richard Thompson, il violinista Dave Swarbrick, il fisarmonicista John Kirkpatrick, e le cantanti Sandy Denny, Shirley Collins, Jacqui McShee, Maddy Prior.

Ai gruppi/comuni del primo folk revival seguirono gruppi sempre meno “puri”, sempre piu` compromessi con il rock, il pop e la psichedelia: i “cortigiani” e barocchi Amazing Blondel (liuto, harmonium, dulcimer) di Fantasia Lindum (Asylum, 1971) all’Ottocento; i popolareschi e melodiosi Lindisfarne di Alan Hull (Meet Me On The Corner, 1970, Lady Eleanor, 1971); i Gryphon rinascimentali, che sul terzo album Red Queen To Gryphon Three(1974) si convertiranno al progressive-rock con quattro lunghe suite (Opening MoveSecond SpasmLamentCheckmate); i pastorali Mellow Candle, autori soltanto di The Swaddling Songs (Decca, 1972); i mistici Strawbs; gli jazzati Dando Shaft; i piu` rockeggianti Horslips (Johnny’s WeddingKing Of The Fairies); gli Spyrogira di Barbara Gaskin, i Tir Na Nog di Sonny Condell, gli Spriguns Of Tolgus di Mandy Morton.

Il folk psichedelico ebbe come protagonisti gruppi piu` o meno underground come Incredible String Band, Forest di Forest (1969) e soprattutto Full Circle (1970), Clive’s Original Band (C.O.B.) di Spirit Of Love (CBS, 1971) e soprattutto Moyshe McStiff and the Tartan Lancers of the Sacred Heart (Polydor, 1972 – Radioactive, 2005), Dr Strangely Strange’s Heavy Petting (1971), i Left Handed Marriage di On The Right Side(1967), The Fool, Spirogyra, Moonkyte, Tudor Lodge. Forse i migliori dei minori furono i Trees di The Garden of Jane Delawney (1970), con Nothing Special, e On The Shore (Columbia, 1971). (Come il rock psichedelico, anche il folk psichedelico negli anni ’90 diventera` oggetto di una colossale speculazione commerciale per cui verranno ristampati anche gli album piu` scadenti in tiratura limitata per collezionisti accaniti).

Il fenomeno di revival che fece seguito a quello britannico coinvolse anche l’Irlanda, che presto diventera` anzi il principale centro mondiale di riscoperta delle tradizioni. I primi esponenti del revival celtico furono l’arpista bretone Alan Stivell, la Bothy Band del violinista Kevin Burke, bardi gaelici da pub che usano strumenti tradizionali, i Planxty di Christy Moore.
Successo commerciale ancora maggiore godranno i Chieftains, i Malicorne (Gabriel Yacoub), esponenti di un folk piu` lirico, e i Clannad. Per questi complessi la strumentazione consta di strumenti come arpa celtica, cornamusa, tin whistle (flauto metallico), zampogna, dulcimer, banjo.

Se il blues e` stato la miccia della musica dura, il folk va posto alle origini del rock soffice, meditativo, estatico. Entrambi i generi revivalistici hanno dato un contributo notevole alla definizione del sound progressivo che rappresentera` il primo punto d’arrivo del rock inglese. Entrambi sono andati al di la` del semplice revival, adottando gli schemi d’improvvisazione libera del jazz e tentando di riprodurre le intense sensazioni psichedeliche. Entrambi testimoniano dell’incredibile brama di restauro di un rock proteso in tutte le direzioni dello scibile musicale, in particolare accanito rovistatore di antiche civilta` sommerse .

Le famiglie folk e i cantautori rappresentarono due tendenze opposte: quella comunitaria, retaggio della civilta` hippie importata dalla California, e quella individualista, tesa a salvaguardare i principi morali, ma dilaniata da una nuova e piu` profonda solitudine. In questo senso il folk revival aggiorno` l’immagine del musicista rock, rimasta ferma ai volti ebeti sorridenti dei Beatles e all’austero magistero dei patriarchi blues.

The Story Of Folk Into Rock (Folk, 1975) e` un quadruplo antologico di tutti questi complessi.

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